I meccanismi di Kyoto sono alquanto complessi. La creazione di CDM potrebbe essere un business anche per le imprese italiane. Su greereport di oggi si legge: L´Unep ha presentato alla conferenza sul clima in corso ad Accra, in Ghana, i nuovi dati sullo sviluppo del Clean development mechanism (Cdm) nell´Africa sub-sahariana. Il Cdm è stato elaborato nel 1997, nel quadro del Protocollo di Kyoto, per permettere ai Paesi sviluppati di compensare le loro emissioni di gas serra finanziando progetti di risparmio ed efficienza energetica nei Paesi in via di sviluppo, in cambio del diritto a crediti di emissione (Certified emission reductions - Cer). I progetti possono riguardare diversi settori: eolico, biomasse, captazione di metano emesso da discariche, foreste, utilizzo di combustibili meno inquinanti o miglioramento dell´efficienza energetica delle centrali elettriche. Fino ad oggi i beneficiari del Cdm sono stati soprattutto il quartetto dei Paesi emergenti: Cina, Brasile, India e Sudafrica, mentre i Paesi più poveri, e quelli africani in particolare, restano ai margini di questo meccanismo.
Ma qualcosa sembra cambiare: i dati raccolti dal Centro Risoe dell´Unep evidenziano che per la prima volta dopo un anno e mezzo, nuovi progetti Cdm sono stati avviati in Repubblica democratica del Congo (Rdc), Madagascar, Mauritius, Mozambico, Mali e Senegal. Tra questi si annoverano: un pozzo petrolifero, la riduzione dei gas emessi bruciati nelle ciminiere dei campi petroliferi nella Rdc ed un progetto idraulico in Madagascar. In Kenia si sta estendendo la rete geotermica e lo sfruttamento delle rocce calde, così come la produzione di energia a partire dagli scarti della canna da zucchero da parte dell´impresa Mumias Sugar.
Un trend in lento ma sicuro sviluppo, tanto che alcune banche ed imprenditori africani hanno avviato un´opera di sensibilizzazione sulle opportunità offerte da questa nuova economia verde marchiata Cdm. Le Centre Risoe sta seguendo da tempo le tendenze mondiali degli investimenti Cdm e il loro impatto economico sulle realtà locali e sottolinea che «Anche se il numero dei progetti in Africa rimane basso, se paragonato ai 3.500 progetti Cdm in corso nel mondo, è prevedibile un´evoluzione.
Glenn Hodes, amministratore del programma Cdm per il Risoe, è abbastanza fiducioso «Tenendo conto degli effetti delle nuove politiche e del rafforzamento delle capacità, il mercato dovrebbe dar prova di una crescita esponenziale come quella di altre regioni. L´Africa dovrebbe beneficiare di circa 230 progetti Cdm entro il 2012, a condizione che i governi pervengano ad un nuovo accordo più ambizioso sul clima nel 2009. Questi progetti dovrebbero generare oltre 65 milioni di certified emission reductions, equivalenti a un miliardo di dollari, secondo un tasso medio di carbon credit valutato in 15 dollari. Secondo Hodes «Seguendo l´esempio prodigioso dell´India, l´Africa dovrebbe ugualmente veder presto decollare molti progetti Cdm».
mercoledì 27 agosto 2008
CDM for Africa
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