lunedì 9 marzo 2009

ricevo (da un amico) e pubblico

Qualche breve riflessione da qualcuno che è assolutamente convinto che ontologicamente è il “fuori” quello che esiste, che dentro non c’è più niente da troppo tempo, a parte strutture di partito autoreferenti i cui leaders sono espressione di quadri dirigenti compiacenti, così sganciati dal paese reale da essere completamente incapaci di progettare un percorso politico autentico, nel senso di comprensibile e condivisibile da parte dei cittadini.
Mi chiedo quante sconfitte politiche ed elettorali sarà necessario sopportare ancora prima che questo quadro dirigente capisca di avere fallito, comprenda che l’elettorato di cui aveva ereditato la guida non ne può più di polemiche sterili e di alchimie partitocratiche il cui unico fine, a tutt’oggi, è stato quello di rinviare un confronto diretto con le componenti di base, prima che decida, con vero senso di responsabilità, che è arrivato il momento di farsi da parte, di cercarsi un impiego diverso nel paese reale, quello di fuori, esattamente come chi non sa fare le polizze e si trova costretto a fare il barista.


Perché nel paese reale chi è incapace di fare il proprio lavoro è costretto a trovarsene un altro, oppure può andare a dormire per strada, fatta eccezione per chi gestisce il potere da una posizione di privilegio politico, che troppo spesso è anche economico e clientelare.
Al Gore ha perso per un pugno di voti, fraudolentemente sottratti, la corsa alla presidenza del più potente paese dell’intero pianeta, e si è fatto da parte senza troppe polemiche o recriminazioni.
Quando Veltroni ha perso le elezioni ha riproposto un “governo ombra” costituito dalle stesse persone guidate da Prodi, che il paese aveva scalzato di forza da Palazzo Chigi perché non ne poteva proprio più, e che l’elettorato dopo poco aveva irrimediabilmente bocciato.
Ed è rimasto al suo posto rivendicando per sé responsabilità e risultati elettorali.
Riflettere sulla debolezza della funzione di rappresentanza dei partiti avrebbe un senso in un sistema elettorale in cui l’elettore ha scelto il proprio rappresentante, ma suona stonato senza la possibilità di esprimere la preferenza. Le cosiddette primarie sono un fallimento, noi non siamo gli U.S.. Era meglio quando si stava “peggio”.
Ha un senso per chi governa da governatore, princeps legibus solutus, come il leader del partito di governo, che fondamentalmente è un’azienda alla guida del paese.
Voglio un PD senza Rutelli. Il cui unico merito è stato quello di metterci faccia al momento di perdere le elezioni e che, proprio per questo, è stato promosso alla guida della Margherita.
Voglio un PD senza Bersani, che ha legiferato in materia di lavoro per decreto.
Voglio un PD senza Padoa Schioppa che dichiara di essere orgoglioso di pagare le tasse perché evidentemente non ha problemi a sbarcare il lunario e non capisce che più che orgogliosa la maggior parte delle persone è angosciata e preoccupata.
Voglio un PD che smantelli un sistema universitario e di accesso al lavoro fondato sul censo e sulle clientele.
Voglio un PD laico.
Voglio un PD meno giustizialista, perché la Giustizia in Italia fa schifo.
Voglio un PD che faccia opposizione in Parlamento, piuttosto che da patetici governi ombra espressione di una sconfitta elettorale, sul tema dei diritti civili.
Voglio un PD sganciato dal PDL, che non sia appiattito sulla loro politica.
Voglio un PD che abbia il coraggio di fare veramente la guerra alla criminalità organizzata, allo stato dentro lo Stato.
Voglio un PD che rifletta seriamente sulla crisi pazzesca del sindacato (sganciato anche quello).
Mi fa orrore l’idea di passare una serata al “club”, “io non penso così, io non parlo così”, andavo in sezione quando i dirigenti avevano ancora il coraggio di presentarsi agli iscritti e dove si parlava di tutto e tutti potevano dire la loro opinione.
Voglio un PD che affronti seriamente il problema dei cambiamenti climatici.
Voglio un PD che affronti una volta per tutte il problema dei mezzi di comunicazione, delle concentrazioni e dell’informazione.
Voglio un PD capace di creare Cultura e di affrontare il disagio giovanile.
Credo che potrei continuare per un pezzo.
Penso che sia meglio passare attraverso una fase di improvvisazione per formare una nuova classe dirigente ed invertire la rotta, piuttosto che continuare così.
Servono volti nuovi.




Continua...

Ho visto qualcosa in te: 8437 battute per il PD

Il dibattito nelle ultime settimane ha fatto riflettere sulla debolezza della funzione di rappresentanza dei partiti rispetto agli interessi dei cittadini. Da fuori (se esiste un “da fuori”, e non son certa che esista) si fa fatica a ritrovare e a riconoscersci nelle posizioni espresse durante i dibattiti politici (e che quindi dovrebbero essere una sintesi dell’interesse dei rappresentati), siano essi fatti daagiovani o vecchi da una o l’altra corrente. La discussione tutta interna, vicino all’autismo politico, ha generato in molti un senso di alienazione .Termini come correnti, vecchio vs giovani, lo stesso modo di intendere politica (intesa come dinamiche dentro il partito e tra i partiti, e non come funzione di rappresentanza degli interessi) lascia sinceramente esterefatti, dalla assenza dei fatti.
Anche io penso che alla fine tutto dipenda da noi…Bisogna usare la voce. E dire in modo più chiaro che cosa ci interessa, quali sono i valori e bisogni o anche solo le sensibilità quotidiane che esprimiamo. Anche se per chi non lo fa di mestiere, non è un esercizio facile.
Beh io dico allora, se io dovessi dire qualcosa, comincerei da qui: io mi chiederei intanto COSA devo fare. Subito mi vengono in mente quattro domande:




• Ma perché nessuno parla delle cose da fare, ma solo delle persone che le devono fare? Quale è l’elenco delle cose da cambiare?
• Cosa significa contemporaneità e come gestire politicamente il “nuovo”?
• Nessuno ritiene fondamentale uno sfoltimento del numero di persone che direttamente o indirettamente operano in politica, non è che si parla di persone anche perché quelle che ci rappresentano sono troppe?
• Non pensate che questi italiani senza educazione e partecipazione rischino di diventare veramente tutti di destra?

Poi riparto dagli interessi particolari. Qual è il mio interesse particolare? Forse è banale, magari non sono originale ma mi vengono in mente queste cose qua:

VOGLIO LAVORARE E GENERARE VALORE.
Il PD che vorrei è un partito che smette di parlare di modalità e va a lavorare, che torna a produrre, che sostiene le imprese piccole e produttive, che capisce la difficoltà e la passione di chi investe su una idea
Vorrei un partito che non tuteli i privilegi, che riformi la pubblica amministrazione, non perché ci sono i fannulloni ma perché tanta brava gente lavora per organizzazioni inutili non più al servizio della economia ma in sostituzione di questa.
Pensare al lavoro anche come nascita di nuove imprese, nuove idee di scambio responsabile, non aiutare a fare i concorsi o a trovare cariche ben remunerate. Ci sa fare polizze faccia le polizze, chi non ha competenze apra un bar, chi insegna torni ad insegnare, meglio i giardinieri scriveva ieri Lucio Scarpa a proposito della campagna elettorale in Sardegna
Il lavoro flessibile va tutelato e garantito. Anche per chi il lavoro lo deve dare. I PD che vorrei incentiva la iniziativa cooperativa, ne riconosce il primato nella sostenibilità….promuove la imprenditoria sana ed economica (quella che fa i conti alla fine del mese, deve dare gli stipendi).
Le imprese responsabili e il lavoro prima di tutto.

VOGLIO DEI SERVIZI EFFICIENTI, SEMPLICI E FORME DI TUTELA. VOGLIO CAPIRE DOVE VANNO LE MIE TASSE
Un partito che al posto di mettere l’amministratore delegato alla FFSS ci mette dei treni, alla FFSS
Il PS che voglio è un partito che smette di sostenere solo i disegni mega delle utilities come se giocasse a risiko e trova il modo di garantire la tutela degli utenti e dei cittadini. Se si ha una perdita di acqua non esiste copertura assicurativa, c’è chi paga circa 20 tipi di tasse senza sapere dove finiscono i soldi e perché le pago. Se devi installare un pannello fotovoltaico non sai da che parte cominciare. Questi sono gli interessi delle persone.
E’ un partito che ascolta e capisce chi ha paura (giuro le paure sono tante, fa paura o no arrivare in stazione a Ferrara a mezzanotte?),
È un partito che garantisce i servizi sociali a tutti e sa quanto costa una badante Chi sa come metterla in regola (mettere in regola significa tutelare e risparmiare, il costo si dimezza e la tutela raddoppia)? Chi facilita questi processi di inclusione e tutela dei diritti?

VOGLIO CRESCERE ED EDUCARE I FIGLI
Le donne hanno bisogno di essere sostenute quando c’è bisogno, nessuna organizzazione del lavoro oggi è adeguata. Sono stata dirigente con tre figli e nessuno era in grado di dirmi cosa potevo fare. E costi educativi dei figli: solo le parrocchie offrono assistenza e doposcuola per compiti altrimenti devi pagare in nero una insegnate 25 euro l’ora, il tennis, la musica, l’educazione dei fanciulli è proibitiva e discriminante. E chi fa? Nessuno.. o sono ben nascosti? Parlare con le persone, chiedere al fruttivendolo come va? O pensiamo che mettere un nostro amico nel Cda di qualche consorzio di servizi sia sufficiente?

ANCHE AIUTANDO
È un partito che parla alla badanti e agli anziani che queste assistono. È un partito che si commuove pensare che queste persone sono qua perché la non ci sno opportunità, sono qua perchè cosi mandano uno stipendio a casa ai loro figli. È un partito che si organizza per essere visibile a queste persone e rappresentarle. A chi capita di frequentare la Caritas concorderà che non c’è nulla di più educato e coerente di queste persone che risparmiano anche sul mangiare per mandare i soldi a casa. Anzi vi dirò di più che nei loro occhi trovo un senso, trovo che siano li per un obiettivo comprensibile e chiaro (Non mi fa lo stesso effetto un dirigente di un EELL)
Andare nella case, nella famiglie, aprire i circoli, le sezioni, tornare alla coop, nelle fabbriche e nelle scuole e nelle associazioni.

VOGLIO UNA SOCIETA’ MENO MASCHILISTA E Più CORAGGIOSA NELLA BATTAGLIE CIVILI
E un partito vicino alla donne, non guidato da vertebrati maschi che esercitano poteri di varia natura sulle femmine della loro specie. È un partito che apprezza l’amore anche quando non è etero e adegua conseguentemente la legislazione.

PIU UMANA E SOLIDALE
E un partito che insegna in tutti i luoghi ,(e devono essere molti a partire dalle scuole, dai luoghi anche religiosi) la tolleranza e la solidarietà. Ieri alla riunione di classe di mia figlia alcune mamme erano allarmate dalla presenza di un signore che distribuisce album Panini (chi non li ha avuti???) fuori dalla scuola. Questo signore in 5 minuti (povero lui che sarà sicuramente un brav’uomo) si era trasformato nel supercapo dei pedofili mondiali.
Sospetto intolleranza, acredine, società dove il prossimo è cattivo e male intenzionato by default. Ricordare le difficoltà. La gente è piena di pregiudizi. Bisogna dare lezioni di civiltà a partire da chi ci è vicino. Le parrocchie, le case del popolo , le sezioni…lo sport. La gente ci va ancora, i giovani ci vanno..attivare un movimento più pervasivo e organizzato. Non solo autoreferenziale, un servizio e non solo un evento.

VOGLIO RIFORME, CHIUNQUE LE FACCIA
Il PD che vorrei non attacca e discute tutto il tempo, non fa opposizione con l’arroganza, la polemica, il no di posizione., ma spiegando quali gli interessi traditi e non rappresentati
Anche alcune proposte del PDL forse potevano essere DISCUSSE in modo diverso e valutate rispetto agli interessi dei cittadini e soprattutto spiegate ai cittadini
Infine è un partito che non può fare molto a livello nazionale, ma che può fare molto invece in una logica di sistema (obsoleto il binomio centro periferia) e molto su scala territoriale, con coordinamento di sistema, per essere veloci, per fare in fretta per dimostrare ai cittadine di essere i più bravi e i più buoni
Non vogliamo lasciare ad altri il merito di snellire la PA, di fare nascere le imprese, di innovare il sistema? Il livello locale è il terreno più adatto al fare.
Il loro è un sistema eliocentrico e mediatico. E noi siamo ancora sul territorio dove si può ancora convincere qualcuno a fare, a non sospettare, a partire dai figli dagli amici, dai vicini di casa…


VOGLIO TROPPO?
Insomma il Pd che vorrei è questo qua (un po che Guevara un po testimone di Geova☺????) ne di ieri ne di domani, di oggi, di stamane, di fra una ora. Perchè il tempo passa.
Dice Soru, (che piace, ma ha perso): “Allora bisogna lavorare in profondità. Sulla cultura degli ignoranti. Sulle coscienze dei qualunquisti. Solo così possiamo battere l'incultura del nichilismo che ha svuotato le coscienze [...]. Dobbiamo aprire dappertutto sezioni di partito, e magari riaprire le case del popolo. Dobbiamo parlarci, con queste persone. Ascoltarli. E convincerli. Ci vorrà del tempo, ma possiamo farcelaMa c'è tanta gente che non ha il computer, e che non lo avrà mai. E allora? Allora bisogna lavorare in profondità. Sulla cultura degli ignoranti. Sulle coscienze dei qualunquisti. Solo così possiamo battere l'incultura del nichilismo che ha svuotato le coscienze [...]. Dobbiamo aprire dappertutto sezioni di partito, e magari riaprire le case del popolo. Dobbiamo parlarci, con queste persone. Ascoltarli. E convincerli. Ci vorrà del tempo, ma possiamo farcela”
Update (qualche amico aggiunge)
Vorrei un pd che alle ronde non risponde dicendo che alla sicurezza ci deve pensare lo stato ma che se siamo una società allora il controllo e la prevenzione è un dovere di ogni cittadino (per carità non delle bande organizzate). Pensa che in olanda la polizia non fa pattugliamenti perché è sono sufficienti le segnalazioni della gente. Ieri in autobus una signora diceva che aveva visto uno che rubava il portafogli da una borsa ma non gli aveva detto niente perché " poi quello si incazza"?
E vorrei un pd che dice che è vero che per bloccare i treni ci vuole ilconsenso della maggioranza dei ferrovieri
E anche un pd che mai più dica che "i gay hanno la tendenza a essere pedofili" può essere una opinione personale
l PD che vorrei è un partito che riconosce il valore dei giovani e le loro
competenze, l'innovazione e l'apertura mentale che possono portare in un
mondo dominato da adulti, spesso stanchi e disillusi. È un partito che vuole
e riesce ad unire le qualità di entrambi questi gruppi sociali, a farli
dialogare in modo costruttivo, valorizzandoli come si deve, e con questo
intendo dire riconoscendo loro il loro reale valore, dando loro la posizione
e la remunerazione che si meritano.

Continua...