Un giorno perfetto di Ferzan Ozpetek, dal romanzo di Melania Mazzucco
Dal romanzo “Un giorno perfetto” di Melania Mazzucco, un cast corale per raccontare, in un serrato rincorrersi di avvenimenti, la giornata di un gruppo di personaggi seguiti da vicino: Camilla festeggia il suo compleanno, suo fratello Aris viene promosso a un esame universitario senza meritarlo, Emma perde il lavoro presso un call-center, sua figlia Valentina gioca una partita di pallavolo, l’onorevole Elio Fioravanti è in giro per comizi elettorali, la sua bella moglie scopre di essere incinta, il piccolo Kevin viene invitato in un palazzo lussuoso, la professoressa Mara ha un appuntamento col suo amante, e Antonio vede la moglie per l’ultima volta.
venerdì 15 agosto 2008
Il mio regista preferito
Crunch
Su greenreport di oggi si parla della ricerca del Center for Integrative Environmental Research (Cier), un organismo di ricerca dell´università Usa del Maryland, che traccia un quadro d´insieme degli impatti climatici sull´economia Usa e ne trae cinque lezioni: gli impatti economici saranno distribuiti in maniera ineguale sia su scala regionale che per settori economici; gli impatti climatici negativi saranno più importanti dei benefici per la maggior parte dei comparti economici che forniscono beni e servizi essenziali per la società; gli impatti del global warming produrranno immense tensioni sui bilanci pubblici; gli effetti secondari degli impatti climatici possono produrre una crescita elevata dei prezzi, una riduzione delle entrate ed una diminuzione dei posti di lavoro.
I ricercatori del Cier hanno riscontrato che i costi diretti del non assumere le sfide poste dal cambiamento climatico sono spesso trascurati e in genere non calcolati. Solo una politica per l´azione immediata, accoppiata a sforzi di adattamento agli impatti inevitabili, ridurrà significativamente i costi globali del cambiamento climatico.
A partire dal rapporto Stern, a considerazioni analoghe sono giunti i più vicini amici della New Economic Foundation, i quali nel report A green new deal tracciano le strategie del goveno britannico per affrontare quella che chiamano la "triple crunch" (letteralmente la "triplice scricchiolata") a partire dalla idea di avere solo 100 mesi, o forse meno, per investire in infrastrutture, energie rinnovabili e innovazione.
UK needs ‘Green New Deal’ to tackle ‘triple crunch’ of credit, oil price and climate crises
On the first anniversary of Northern Rock falsely reassuring markets, and 75 years since President Roosevelt launched a New Deal to rescue the US from financial crisis, a new group of experts in finance, energy and the environment have come together to propose a ‘Green New Deal’ for the UK.
And, as the Green New Deal Group launch their proposals, new analysis suggests that from the end of July 2008 there is only 100 months, or less, to stabilise concentrations of greenhouse gases in the atmosphere before we hit a potential point of no return.
The Green New Deal is a response to the credit crunch and wider energy and food crises, and to the lack of comprehensive, joined-up action from politicians. It calls for:
Massive investment in renewable energy and wider environmental transformation in the UK, leading to,
The creation of thousands of new green collar jobs
Reining in reckless aspects of the finance sector – but making low-cost capital available to fund the UK’s green economic shift
Building a new alliance between environmentalists, industry, agriculture, and unions to put the interests of the real economy ahead of those of footloose finance
giovedì 14 agosto 2008
Ferragosto da Benito
Ferragosto in città. Pare strano. Più zanzare che umani.Qualche turista, molti lavoratori che parlano altre lingue.
Ferragosto in città, a godersi l'ozio, il silenzio, tempi dilatati.
Meno male che c'è il Bar Benito in Borgo di sotto, altrimenti avrei dovuto mortificare il piacere misogeno andando all'horror-ipercoop.
Benito è un bar speciale, un pò vecchia salumeria, un pò parrocchia. Ha tutto, come i negozi dei pachistani. Prezzi modici, qualità buona, due tartarughe trentenni (una di terra e una d'acqua ma pare vadano d'accordo), avventori doc, la signora gentile e il giornale disponibile.Oggi ci sono andata con i bambini ed è piaciuto anche a loro...stupefatti e meravigliati dalle bestie che facevano il bagno e dalla cedrata da un litro e mezzo che costava solo un euro. Sì avete capito, da non crederci: sono anche riuscita a non andare da Mc!!!!
lunedì 11 agosto 2008
Object trouvé
I segreti sono la mia valuta corrente. Ci traffico per guadagnarmi da vivere. I segreti nascosti nel desiderio, in ciò che le persone vogliono davvero, e in ciò di cui hanno più paura. I segreti del perchè l'amore è difficile, il sesso complicato, la vita dolorosa e la morte così vicina eppure tenuta debitamente a distanza. Perchè il piacere e il castigo sono così strettamente connessi? come parlano i nostri corpi? perchè siamo noi stessi la causa delle nostre malattie? perchè desideriamo il fallimento? perchè il piacere è difficile da sopportare? Intimamente le persone sono più folli di quanto vogliono far credere (..)Come molti modernisti Freud aveva una passione per i detriti. Si potrebbe dire che sia stato il primo artista dell'object trouvé poichè cercava significato in ciò che veniva solitamente buttato via. E' uno sporco lavoro, avere a che fare da vicino con tutto ciò che è umano.
Incipit bellissimo di "Ho qualcosa da dirti" ultimo libro di Hanif Kureishi (quello de Il Budda delle periferie) 457 pagine, Bompiani, che ho or ora iniziato.
domenica 10 agosto 2008
Wall-e, il robot ecologico della Pixar
Pixar ha presentato al Festival di Locarno, Wall-e, film animato (sopra il trailer) incentrato sulla storia di Wall-e robot nato per pulire la Terra dopo che è stata abbandonata dagli esseri umani nel XXII secolo a causa degli elevati livelli di inquinamento che l’hanno resa inospitale per ogni essere vivente, tranne che per alcuni scarafaggi compagni d’avventura del robottino. Uscirà nelle sale italiane il 17 ottobre 2008. Via Ecoblog
Foto d'agosto
Domenica d'agosto. Sto mettendo a posto gli armadi, una delle attività più gratificanti che si possono intraprendere nei momenti di riposo.
Naturalmente sono collegata e "surfo" un po' sulle notizie.
Guardo le foto: Tbilisi, la tragedia della guerra - Galleria - Repubblica.it
e 2008 Olympics Opening Ceremony - The Big Picture - Boston.com
Devo ammettere che inquieta abbastanza il fatto che molti siti oggi trattino e colleghino Pechino a Tbilisi, rilevando il fatto che la guerra sia iniziata non casualmete il giorno della inaugurazione dei giochi.
Sono due eventi separati. Sempre nel modo succedono contemporaneamente cose bellisssime e cose bruttissime. Ma talune richiedono almeno pari impegno e almeno pari indignazione popolare. E tutto questo impegno e indignazione non sono così percepibili, oggi.
sabato 9 agosto 2008
Elementare, Watson!
Bob Watson è l'ex Presidente dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) e oggi il consulente che aiuta il Governo britannico a prepararsi agli effetti del cambiamento climatico. l'articolo su Repubblica di Maurizio Ricci spiega dunque come Londra si prepari all'aumento di due gradi, rafforzando le dighe sul Tamigi, nella convinzione che le molte misure per la mitigazione siano necessarie ma non sufficienti. Noi facciamo finta di nulla. Il futuro è in mano a chi lo vede. Elementare.
venerdì 8 agosto 2008
Voglia di qualità
La Reuters Fondation e l´International union for conservation of nature (Iucn) hanno annunciato i vincitori regionali per il 2008 dei Reuters-Iucn media awards for excellence in environmental reporting, che concorreranno per il premio mondiale. I vincitori sono stati selezionati tra circa 350 articoli provenienti da tutti i continenti. Ecco i nomi dei vincitori e le motivazioni dei premi regionali.
Europa: Philip Bethge, Rafaela von Bredow e Christian Schwägerl del settimanale tedesco Spiegel, che descrivono l´attuale rivoluzione in materia di conservazione: la scoperta della natura in quanto mercato. Meticolosamente documentato, l´articolo dimostra come sia ormai attribuito un valore monetario ai coralli, alle foreste tropicali e ad altre piante rare necessarie alla produzione di cibo, medicine ed all´assorbimento di CO2. Il nostro pianeta può essere salvato perché «distruggere la natura non è conveniente quanto lo sarà proteggerla».
Africa francofona: Ramata Soré, del settimanale L´Evènement, descrive come la fattoria pilota di Guié, nel Sahel del Burkina Faso, trasforma con successo il paesaggio desertico in terre agricole fiorenti. Questo modello sta per essere esteso nell´intero Paese per combattere la desertificazione e per favorire lo sviluppo.
via greenreport -
Asia: Hoang Quoc Dung del giornale Bao Tien Phong che ha svelato la più grande rete transfrontaliera di traffico di specie selvatiche in Vietnam, nascosta dietro uno dei primi centri di riproduzione che abbiano ottenuto la certificazione della Convenzione per il commercio internazionale delle specie (Cites). Africa anglofona e Medio Oriente: Ochieng´Ogodo di "IslamOnline" che illustra in maniera chiara i "costi nascosti di San Valentino". Oltre 50 fattorie di fiori intorno al lago Naivasha in Kenya inquinano e riducono il livello delle acque del lago al punto che lo specchio d´acqua potrebbe scomparire entro 10 o 15 anni.
America latina: Augustín del Castillo, del settimanale Público-Milenio, che ha illustrato come la speculazione immobiliare in Messico, destinata a soddisfare le voglie dei nuovi milionari americani, comporti perdite enormi di superficie forestale ed accentui la pressione su specie minacciate quali il giaguaro. America del nord, Oceania e Caraibi: Noémi Mercier, di Québec Science, rivela la storia tossica nascosta dietro il riciclaggio dei rifiuti dell´industria elettronica. Esportati in India per un preteso riciclaggio rispettoso dell´ambiente, i computer sono smontati in condizioni terribili, avvelenando migliaia di persone così come l´ambiente.
giovedì 7 agosto 2008
Montagna e limiti umani
Sono in montagna, a Sant'Antonio in Mavignola. Ho trovato su Ecoalfabeta queste due citazioni tratte da Diario di Repubblica del 22 luglio e mi sono piaciute (ma a voi non vi fa schifo stare al mare?)
Rispetto per la natura, senso del limite, lentezza, essere minuscoli di fronte all'immenso, vedere il mondo com'era milioni di anni fa sono tutte cose che si provano se si cammina sui sentieri o si arrampica.«Per questo, subito dopo, imparare che la natura va rispettata. [...] Mai e poi mai eccedere rispetto alle proprie forze e alle proprie abilità: non si deve osare un passaggio più difficile, e ce n’è uno più affrontabile, magari allungando un po’ il cammino. Anziché cento metri in più conviene farne uno in meno, perché spesso la rinuncia, il senso del limite, è una dimostrazione di saggezza.
La montagna è così, un elogio della lentezza, un girovagare di pensieri e di azioni intorno alla prudenza.»
Edmondo Berselli
«In montagna riesco a sbirciare il mondo come era prima dell'irruzione della nostra specie. Riesco a sbirciare come sarà, dopo la nostra necessaria estinzione. È un paesaggio inabitabile e finalmente libero da proprietà privata. Nessuno compra un ghiacciaio, una parete nord, una cima spellata dai fulmini. Si sta in montagna da passanti di superficie senza un lasciapassare, che può essere ritirato in ogni punto.
Una valanga, un temporale, un vento, una nebbia, sbarrano il passaggio. Nessuno è garantito mentre scala una parete, anzi è esposto, indifeso, minuscolo sul corpo dell'immenso. È una buona lezione circa le proprie misure.»
Erri De Luca
Clean economy
Segnalo un pezzo interessante sul sito del Partito Democratico: l’affermazione di un nuovo modello macroeconomico globale, chiamiato “Clean Economy”. Secondo questo paradigma, gli impatti ambientali derivanti da qualunque attività umana sono considerati a tutti gli effetti “passività contabili”, che devono trovare una corrispondente voce di “attività contabile” che ne azzeri i costi. In un contesto siffatto, sono chiaramente vincenti tutte le forme di produzione che sono nativamente ad impatto zero, mentre quelle tradizionali devono sopportare costi aggiuntivi e tendono pertanto ad essere non concorrenziali e quindi progressivamente abbandonate.
Occorre innescare un processo virtuoso che, sfruttando le leggi del mercato, determini l’emersione ed affermazione di questo nuovo modello economico globale: tutti noi, in quanto abitanti del pianeta Terra ed attori di un mercato globale, possiamo agire sviluppando la domanda di prodotti e servizi ecosostenibili, scegliendo l’offerta che “costa meno” secondo questa nuova definizione di “costo”. La vera sfida consiste, infatti, nel diffondere nella società civile una consapevolezza ambientale che si traduca in comportamenti e buone pratiche quotidiane, che nel loro insieme definiamo “Clean Behaviour”. Queste azioni vanno dagli accorgimenti quotidiani per la riduzione dei consumi di energia ad interventi più strutturati di efficientamento energetico degli edifici, installazione di impianti di generazione da fonti rinnovabili, progetti di energy management, di trasporto sostenibile, produzione sostenibile etc., sia in ambito business che domestico.
venerdì 25 luglio 2008
martedì 15 luglio 2008
We've seen the future
Il nostro potrebbe essere un ottimo futuro, anche grazie alla diffusione della conoscenza supportata da Internet, se solo riuscissimo a cogliere questa opportunità invece di aumentare il divario tra ricchi e poveri a suon di guerre e abusi ecologici. L’Indipendent ha pubblicato alcune anticipazioni del rapporto delle Nazioni Unite sulle prospettive future per l’umanità “2008 State of the Future”, redatto da Geoffrey Lean e Jonathan Owen.
Tra gli aspetti in miglioramento in quasi tutto il mondo ci sono l’aspettativa di vita, l’educazione, la diminuzione dei conflitti armati. I problemi sono in gran parte quelli che conosciamo: aumento dei prezzi del cibo e dell’energia, scarsità di acqua potabile (anche da noi, per inquinamento!), desertificazione, migrazioni di massa per problemi ambientali, diffusione di malattie tropicali.
Le forze armate statunitensi, che hanno partecipato alla stesura del documento insieme alla banca mondiale, evidenziano come i problemi ambientali potranno causare disordini civili, lotte per il controllo delle risorse fino al genocidio. Per quanto riguarda il ricorso all’energia nucleare, si sa che non ci sarà uranio sufficiente per tutti e si calcola che nei prossimi 10 anni ci sia il 75% di possibilità che un gruppo terroristico entri in possesso di un’arma nucleare.
We've seen the future ... and we may <u>not</u> be doomed - Green Living, Environment - The Independent